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SI DELLA MAGGIORANZA SULLA RIFORMA CARTABIA. ALLORA PERCHÉ DRAGHI METTE LA FIDUCIA?

Il Parlamento si appresta a votare la questione di fiducia posta dal premier Draghi sulla riforma della giustizia e, quindi, la riforma stessa. Una riforma, quella proposta dal Ministro Cartabia, che non migliora il procedimento giudiziario ma semplicemente lo “annulla” in quanto, con la improcedibilità, che scatta se non si conclude entro due anni in appello ed entro un anno in Cassazione, esso decade. In questo modo e allo stato attuale del sistema giudiziario italiano, migliaia di processi saranno dichiarati improcedibili e reati anche gravi resteranno impuniti o, viceversa, gli innocenti non vedranno l’assoluzione. Insomma, non una giustizia migliore ma minore. La stessa operazione di “riduzione” si appresta ad essere compiuta per il processo civile per il quale si punta su strumenti alternativi di risoluzione delle controversie e non su un sistema giudiziario più snello ed efficace. Il Movimento 5 Stelle, subito pronto a buttare alle ortiche la Sua “ortodossa” riforma Bonafede, ha proposto ed ottenuto da Draghi di salvaguardare dalla improcedibilità i processi per mafia, per corruzione e per violenza sessuale, ma questo sarà sufficiente a fermare la “tagliola” della riforma della Cartabia che si abbatterà su tanti altri processi per i quali sono stati profusi l’impegno e le risorse della macchina giudiziaria italiana. Inoltre, se la “trattativa” interna alla maggioranza ha prodotto un’intesa sulla riforma della giustizia perché porre la questione di fiducia? Forse perché Draghi teme qualche “brutta sorpresa” ?  Forse perché, con l’arma della fiducia, è più facile tenere unita una maggioranza che ha in comune solo l’amore per le comode poltrone parlamentari? Se così fosse, sarebbe molto antidemocratico e scorretto nei confronti dell’Istituzione del Parlamento che, nel bene e nel male, rappresenta il Popolo Italiano.

Salvatore Ronghi