RONGHI, CNAL: LA CENTRALITA’ DEL LAVORO E DEL SUD PER FAR RINASCERE L’ITALIA
Chiediamo al nostro Direttore, Salvatore Ronghi, il suo pensiero per far ripartire l’italia, messa in ginocchio dalla Pandemia ma anche dalla crisi sociale ed economica che di fatto dura da dieci anni
R: Il mondo del lavoro deve tornare al centro dell’attenzione innanzitutto con il ripristino delle tutele dei lavoratori e con forme contrattuali rivolte ai nuovi lavori. Inoltre, occorre realizzare le riforme strutturali di cui l’Italia ha bisogno, a cominciare da quella fiscale, per ridurre i costi del lavoro ed incrementare le risorse a disposizione di lavoratori ed imprese per ridurre la povertà soprattutto nelle Regioni del Sud. Infine, bisogna attuare l’art. 46 della Costituzione sulla partecipazione e sulla cogestione dei lavoratori alle attività di impresa per superare l’epoca del “conflitto” tra datore di lavoro e lavoratore e creare una forte sinergia tra imprese e lavoratori con la partecipazione di questi ultimi alla definizione dei piani industriali delle imprese.
Che ruolo ha o potrebbe avere il sindacato in questa delicata fase del nostro Paese?
R: Il vecchio modello sindacale, rappresentato dalle confederazioni storiche ma non solo, è oramai superato. Assecondando politiche che hanno reso il mondo del lavoro sempre più debole e marginale. Da anni e con la nascita di CNAL, ci battiamo per affermare un nuovo modello sindacale che fonda sulla partecipazione e riesca ad essere incisivo nel risolvere le grandi problematiche nazionali del mondo del lavoro. In tale ottica, necessita potenziare la contrattazione di secondo livello, nella quale il confronto è più diretto con i lavoratori e con le rappresentanze aziendali, e limitare il potere delle segreterie confederali. Insomma bisogna “invertire la piramide” del potere sociale. Infine, il nostro sindacato lancia la “sfida” alla politica e al cosiddetto “Governo dei migliori” affinchè riporti il lavoro al centro delle sue scelte realizzando politiche attive per il lavoro innovative e capaci di coinvolgere particolarmente le donne e i giovani, che sono stati le principali vittime della disoccupazione provocata dalla pandemia.
Anche quest’anno il 1° Maggio rischia di non essere la “Festa del Lavoro” dato l’approssimarsi della scadenza del divieto dei licenziamenti e le migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Che cosa propone il suo sindacato?
R: L’Italia rinasce con il lavoro, con la partecipazione e la cogestione dei lavoratori alle attività di impresa. Bisogna cogliere l’occasione della ripartenza dalla pandemia per la rinascita dell’Italia. A tal fine occorre puntare sulle risorse del Recovery Plan e le risorse aggiuntive delle altre misure per realizzare le condizioni per lo sviluppo economico e sociale della nostra Nazione partendo dalla realizzazione di un grande piano per le infrastrutture nel Sud. Lo sviluppo del meridione, rappresenta la vera ed unica potenzialità di crescita per l’Italia. Per garantire la realizzazione delle grandi opere infrastrutturali entro il 2026, è necessario sospendere il Codice degli Appalti. Bisogna, infine, concretizzare una forte azione di semplificazione della Pubblica Amministrazione.
La Redazione