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REDDITO DI CITTADINAZA, NON SOLO IMBROGLIONI

La Guardia di Finanza di Locri – nota bene, non di Napoli – hanno deferito all’autorità giudiziaria 237 furbetti del reddito di cittadinanza e di altri 73 che avevano sottoscritto le false Dsu, reati che prevedono, rispettivamente, la reclusione da due a sei anni e da uno a tre anni. I furbetti sono inoltre stati segnalati all’Inps affinché l’Istituto recuperi gli 870mila euro già elargiti e blocchi il pagamento del Reddito per i prossimi mesi. C’era chi aveva la villa e chi la Ferrari, chi era titolare di un’impresa ma si era “dimenticato” di fare la dichiarazione dei redditi e chi, invece, era direttamente in galera perché mafioso: sono i 237 furbetti che tra aprile e dicembre del 2019 hanno chiesto il reddito di cittadinanza e che sono stati scoperti. 

Quindi i “furbi” non stanno solo al Sud. I controlli, un po’ tardivi, stanno facendo emergere un po’ di imbroglioni in tutta Italia ma non per questo bisogna criminalizzare tutti i percettori del reddito di cittadinanza. A tante famiglie con tale misura, è stato consentito di far fronte alla vera povertà. Il fallimento del reddito di cittadinanza va invece individuato nella impossibilità di offrire un lavoro vero. Quelli del M5S ci assicuravano che sarebbero state offerte fino a tre possibilità di lavoro invece neppure una offerta. Il Lavoro manca! Io sono convinto che i percettori del reddito di cittadinanza vogliono il lavoro e non questa sorta di indennità di povertà. L’impegno della politica, delle imprese e dei sindacati andrebbe indirizzata prioritariamente in tal senso. La creazione di lavoro vero. Questa è la nostra battaglia.

Salvatore Ronghi