L’ITALIA È UN PAESE CHE SI REGGE SUI COMUNI. RECUPERARE LA CENTRALITÀ DELLA POLITICA PER RIDURRE L’ASTENSIONISMO.
Alle prossime amministrative, nelle città capoluogo prevale l’astensionismo. Si va dal 44% di Roma al 56% di Napoli. Il dato dell’astensione è ancora più grave se si pensa ai migliaia di candidati, con il profilare delle liste civiche, che sono in campo e che fanno da traino per le liste. Oramai appare chiaro che la disaffezione degli elettori è sempre più ampia e le responsabilità vanno ricercate nei partiti. Sostituire la centralità della politica con l’inconcludente “civismo” è stato controproducente. Particolarmente il centrodestra ha fatto l’errore di puntare su candidati civici, i quali si stanno rilevando fallimentari in tutti i Comuni capoluoghi. Il rischio è che un centrodestra che è maggioranza nel Paese, esce sconfitto alle amministrative. Una volta i partiti erano consapevoli che per governare l’Italia bisognava prima governare il territorio, conscio che il nostro Paese resta una Nazione fondata sui Comuni. Da sempre le Assemblee Comunali si sono rilevate autentiche palestre per formare una forte e preparata classe dirigente nazionale, da quando si è abbandonata il percorso dei territori, il Parlamento si è impoverito nella “qualità” e si è arricchito solo di “urlatori” e di “scappati di casa”. Tutto ciò crea disorientamento tra gli elettori che sempre di più si orientano verso l’astensione. L’elettore non resta convinto della proposta amministrativa e non trova certezze e competenze. Non la ritrova tra i candidati sindaci messi in campo e ancor di più tra i candidati al consigli comunali in molti casi, impresentabili. Candidati sindaci colpiti dalla fobia di dar vita a tante liste per poi imbarcare di tutto annullando ogni “confine” politico e non badando alle incompetenze e approssimazione nella composizione delle liste, tutto fa brodo. Forse i partiti dovrebbero rivedere la legge elettorale per i Comuni e favorire la qualità e non la quantità, alzando, per esempio, l’asticella del quorum almeno al 6%. Insomma bisogna ripartire dai territori per ricostruire una nuova e più efficiente Nazione.
Gianni Russo
(elettore che non voterà)