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Legge elettorale: Consulta boccia referendum a apre la strada al proporzionale

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il quesito referendario, proposto dalla Lega attraverso otto Consigli regionali, per abolire la parte propozionale del Rosatellum e arrivare a un maggioritario puro. I giudici, dopo una lunga camera di consiglio, hanno definito il quesito “eccessivamente manipolativo”. E, di fatto, hanno aperto la strada per l’approvazione di una legge elettorale proporzionale che rischia di riportare l’Italia alla instabilità della Prima Repubblica in cui ogni singolo partito teneva sotto scacco il Governo e favoriva i giochi di palazzo.  Delude la prima decisione della Consulta, guidata da Marta Cartabia, e suscita la dura reazione del leader della Lega: “e’ una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: Pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica” , ha detto Matteo Salvini, che ha denunciato “l’ennesimo furto di Democrazia ai danni del Popolo Italiano”.  Non si dice sorpresa Giorgia Meloni: “la bocciatura del referendum per il maggioritario era prevedibile sia per l’aspetto politico non gradito alla sinistra e quindi sgradito alla maggioranza della Consulta, sia per la natura tecnica del quesito”.  Esulta, invece, la maggioranza. “Dopo il pronunciamento della Corte costituzionale, noi continuiamo ad andare avanti per superare il Rosatellum e dare al Paese una Legge Elettorale proporzionale con soglia alta che garantisca un sistema politico più coeso, Camere più rappresentative e governi più stabili”, scrive su Twitter il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.  La maggioranza continuerà quindi a lavorare sul ‘Germanicum’ per avere una legge proporzionale con una soglia di sbarramento di almeno il 4 per cento. 

Gabriella Peluso