ITALIA A COLORI? NO, ALLO SBANDO!
I Presidenti delle Regioni stanno dando i “numeri”? No, li hanno sempre dati!
Solo chi insiste a interpretare la politica di piccolo cabotaggio e di corto respiro non capisce che il Covid,oltre a mettere in evidenza il fallimento del nostro sistema sanitario, ha scoperto le debolezze del “sistema paese” dell’Italia.
Il caos che regna nei rapporti Governo/Territorio ha messo in rilievo il disastro procurato dalla riforma del Titolo V, votato solo dal centrosinistra, che ha dato vita alle materie concorrenti tra Stato e Regioni, schiacciando i Sindaci che sono quelli in prima linea e creando un pauroso e pericoloso ingorgo Istituzionale .
Un po’ di serietà e di amore vero verso la nostra Nazione imporrebbe la riscrittura delle regole della Costituzione per assegnare materie esclusive ed evitare l’attuale caos istituzionale ed amministrativo.
Elezione diretta del Presidente e abolizione della seconda Camera; abolizione delle Regioni che sono diventate solo centri di spesa e costituzione di tre Macroregioni con potere di programmazione e non di gestione; ripristino delle Province quale organo di collegamento dei Comuni. La nazionalizzazione dei settori strategici, cominciando dalla sanità, diventa sempre più improcrastinabile. Sembra facile, poi guardi a “Roma” e capisci quanto sia tutto difficile e complicato. Hanno dato “colore” all’Italia – giallo, arancione e rosso- e pensano di riuscire a bloccare o limitare la pandemia senza capire che solo se si pensa che un DPCM che dovrebbe trovare risposte non prima di una quindicina di giorni, viene modificato subito dopo. A volte entro 48 ore. Un fallimento non solo del Governo Conte ma anche dei tanti pseudo organismi e commissioni composti da “scienziati” ed “esperti”. Un fallimento complessivo! Quindi a nulla serve dare “colori” più vivi se non hai le idee chiare sul da farsi. Queso l’opposizione lo ha capito e bene ha fatto a respingere la richiesta di Conte che non era finalizzata alla collaborazione ma alla complicità.