Il grande inganno dei Preti sposati ovvero come attraverso la Teologia della Liberazione si vuole conservare il potere clericale.
Iniziamo a dire che il Sinodo è una Assemblea di Vescovi che hanno il compito di aiutare il Santo Padre a governare la Chiesa. E’ stato creato da Paolo VI il 15 settembre 1965 con motu proprio sulla scia dell’innovazione del Concilio Vaticano II. Chiariamo, poi, che l’Amazzonia ha un’estensione di quasi otto milioni di chilometri quadrati di cui oltre cinque milioni di chilometri quadrati di foresta. Vivere in queste zone significa camminare per giorni e giorni senza mai incontrare un essere umano. Ovvio che il Santo Padre abbia voluto il Sinodo per: “trovare nuove vie per l’evangelizzazione di quella porzione del popolo di Dio, in particolare le persone indigene, spesso dimenticate e senza la prospettiva di un futuro sereno […]”. In questo scenario di enorme solitudine umana e spirituale è nata la proposta di trovare qualcuno, sposato o celibe che possa portare il Vangelo nel fitto di una immensa ed impenetrabile foresta. La grande partita si giocherà, invece, a Francoforte dal 30 gennaio al 1° febbraio 2020 dove La Dbk (la Conferenza episcopale tedesca) e il ZdK (il Comitato centrale dei cattolici tedeschi) si riuniranno per parlare, tra i vari punti fissati, anche dell’ “Esistenza sacerdotale oggi”. Il Presidente della Conferenza episcopale tedesca, il card. Reinhard Marx sembra voler portare avanti l’idea della compatibilità tra sacerdozio e nozze. Alcuni osservatori vedono un tentativo, pericoloso, di uniformare la Chiesa Cattolica alle Chiese protestanti, ma il pensiero di chi scrive è ben diverso. Le gerarchie ecclesiastiche hanno capito che non hanno più braccia per amministrare il potere e stanno usando la debolezza mostrata dal Santo Padre verso la Teologia della Liberazione per serrare mantenere la “clericalità” del potere. Invece di stravolgere e snaturare la figura del Prete, basterebbe dire la verità sui Diaconi e sulle loro vere e storiche funzioni. Basterebbe Soltanto ammettere che non solo gli ultimi due gradi del Sacramento dell’Ordine, vale a dire quelli di presbitero e vescovo, sono di tipo sacerdotale, ma che anche il Diacono, trovandosi in particolari condizioni: è sacerdote.
Domenico Catuogno