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GIANNI ALEMANNO NON E’ MAFIOSO, NON E’ CORROTTO. LE SOLE SCUSE NON SONO SUFFICIENTI.

Sulla vicenda “mafia Capitale”, strettamente collegato al “golpe” del 2011 contro Berlusconi, andrebbe scritto un libro/verità per raccontare il ruolo del Quirinale, della Procura di Roma, di un centrosinistra che preferiva vincere per disgrazia altrui e non per le sue capacità di proposta, il tutto con la regia dell’Europa. Ma questa è una storia troppo ampia per affrontarla da questa “Polis”. Gianni Alemanno, doveva essere etichettato “mafioso e corrotto” perché, interprete e condottiero dell’unica Destra Sociale che si è realizzata in Italia dal dopo Rauti. Il Ministro dell’Agricoltura per eccellenza,  capace di riempire di contenuti e di azioni una delega svuotata da anni, capace di dialogare con le Regioni tanto da esserne diventato “rappresentante” e “riferimento”, molto aldilà dei reali poteri che deteneva quel Ministero. Un Ministro che ha vietato gli OGM in Italia. Un Politico capace, nello spirito della Destra Sociale, di coniugare le aspettative degli agricoltori e degli operatori del settore con i bisogni e i diritti degli italiani. Non a caso Alemanno fu scelto, da AN, per guidare Roma, nel solco già tracciato dal mai dimenticato Tony Augello ma anche dalla candidatura di Fini contro Rutelli, per rilanciare il modello di governo della Destracentro sui territori. Una sfida nella sfida e Gianni era l’uomo e il politico giusto. Fece bene il Sindaco, le uniche grandi opere pubbliche in corso sono ancora quelle pensate da lui, la macchina Amministrativa correva veloce e aveva l’impronta di essere al  “servizio dei cittadini” e quindi di Roma. Chiedeva soldi, si ma al Governo, alla Regione e li chiedeva per Roma Capitale, per le politiche sociali, per i trasporti pubblici, per la manutenzione del verde e delle strade, per le grandi opere pubbliche. Impegnativa la sua  grande battaglia contro tutti, anche contro i tanti che sulla stampa sostenevano il nuovo Statuto della Città contenenti maggiori poteri nella trasformazione del Comune in “Roma Capitale”, ma nelle stanze che contavano ostacolavano con veemenza. Tutto questo non lo dico solo io – ho vissuto un triennio del suo mandato molto da vicino – che  sono di parte, ma da qualche anno lo riconoscono non solo tanti romani, ma anche le Istituzione e le Agenzie accreditate che hanno certificato che, dopo Alemanno, Roma Capitale non solo non ha creato nuove opere ma ha bloccato e rallentate quelle già avviate. Oggi  Roma è una  macchina amministrativa bloccata e incapace di programmare. Ecco perchè per il “sistema”, Gianni Alemanno doveva essere considerato un “mafioso e un corrotto”, andava cancellato per cancellare la capacità di governo della Destra Sociale!  Il Sindaco Alemanno sbagliò una serie di scelte di collaboratori ma ciò non inficiò la sua azione di Sindaco e non giustificava  il graduale allontanamento di quelli dell’allora PDL.  Diciamola tutta, Alemanno, alle elezioni del 2013, fu lasciato solo. Non si comprese –  mi piace pensare- che la  sconfitta di Gianni Alemanno significava anche la sconfitta del PDL, sulla scia del “golpe” del 2011 e la fine di un sogno. Il centrodestra  lo aveva mollato ancor prima del teorema “Mafia Capitale” e mi fermo qui, perchè i panni sporchi vanno lavati in famiglia!  Con Alemanno cadde e non si è più rialzata, La Destra Sociale Italiana e anche questa è una storia che necessita approfondire, perchè mai come oggi se ne sente la mancanza e il bisogno. Ora in tanti e anche del centrodestra, chiedono scusa ad Alemanno ma non basta. L’uomo e  il politico  ha pagato un prezzo altissimo, riusciranno mai a saldare questo immenso debito?

Salvatore Ronghi