Conte e i 64 tra Ministri e Sottosegretari
Quando costano agli italiani quella pletora di uomini e donne che sulla carta risultano rivestire gli incarichi di ministri e sottosegretari del M5S, del PD e di IV? Almeno facessero qualcosa, almeno provassero a decidere cosa fare e come affrontare la ripresa della Nazione. Invece niente! Si stanno rilevando “politici per caso” finanche i più “navigati” che provengono dal PD e dal movimento di Renzi si stanno rilevando assolutamente “insufficienti” e politicamente incapaci di assumere qualsiasi decisione. Allora, il balbettante presidente Conte tra una conferenza stampa e l’altra pensa, – non vi meravigliate- e da vita alla costituzione di una ennesima task force composta da altri 17 “scienziati” Top Manager,un virologo, una psicologa, un avvocato, un commercialista e per darsi un pò di aria, si va a pescare anche in California e in Massachusetts tanto per non dispiacere agli americani molto amici di Vittorio Colao chiamato a presiederla. Così come non va dimenticato che Vittorio Colao è fortemente “uomo Vodafone” e perciò estimatore della 5g, , la rete superveloce di nuova generazione. Scommettiamo che sarà scelta come infrastrutture prioritaria? Qualcuno prima o dopo ci dirà se queste antenne della nuova rete 5g fanno male alla salute? Quindi tra scienziati del mondo scientifico quelli che dicevano di non preoccuparci che si trattava di una semplice influenza , le task force sulla Comunicazione e per gli appalti, si intuisce che la politica non decide più nulla. Che stanno a fare allora i 64 tra ministri e sottosegretari di Conte? E i Parlamentari? Ma veramente il Presidente Mattarella può consentire ad una persona mai eletto, che non ha mai vinto un concorso e che non ha mai iniziato ad essere “l’Avvocato degli Italiani” , fare tutto ciò. L’Italia corre il serio rischio di fallire sia sotto l’aspetto sociale che economico, perciò la politica deve fare la propria parte: decidere! Altrimenti subito un governo di salute pubblica e a ottobre si torni al Popolo cioè alle urne.
Salvatore Ronghi