Nuove Socialità
Politica

CNAL, MOZIONE PARLAMENTARE  PER LA SICUREZZA SUL LAVORO

La Confederazione CNAL ha consegnato ad alcuni Gruppi Parlamentari la seguente Mozione sulla sicurezza del Lavoro. Il Sen. Antonio Iannone e l’On. Walter Rizzetto di Fratelli d’Italia hanno già garantito il loro interesse ad avviare le procedure del caso.

Premesso che:

di recente il mondo del lavoro è stato funestato da ulteriori incidenti mortali, che hanno visti vittime, lo scorso 3 maggio, Luana D’Orazio, 22 anni,  in una fabbrica tessile di Montemurlo, in provincia di Prato; Maurizio Gritti, 46 anni, deceduto il 6 maggio mentre stava lavorando in un cantiere a Pagazzano, in provincia di Bergamo; Andrea Recchia, 37 anni, morto il 7 maggio in un’azienda di mangimi a Sorbolo, in provincia di Parma; Samuel Cuffaro, 19 anni, ed Elisabetta D’Innocenzo, 52 anni, morti venerdì 7 maggio a Gubbio, in Umbria, a seguito di un’esplosione in un’azienda di produzione di cannabis legale; Marco Oldrati, 52 anni,  morto sabato 8 maggio per essere caduto in un cantiere di un centro commerciale a Tradate, in provincia di Varese.

Nel solo 2020, 1.270  lavoratori e, nei primi tre mesi del 2021, ben 180, hanno perso la vita sul lavoro;

Mediamente, in Italia, oltre 650 mila lavoratori all’anno sono vittime di infortunio sul lavoro.

Considerato che:

La legislazione italiana, con il D.lgs. 81 del 2008,  il Testo Unico per la salute e la sicurezza sul lavoro, composto da ben 172 articoli e da numerosi decreti attuativi, rappresenta un modello di legislazione sulla sicurezza sul lavoro nel mondo;

nonostante ciò, il tragico fenomeno delle morti e degli infortuni sul lavoro continua e colpisce al cuore il mondo produttivo italiano, evidenziando notevoli carenze;

la globalizzazione e l’invasione dei prodotti cinesi penalizza le produzioni italiane e contribuisce all’incremento dei morti sul lavoro;

ciò in quanto le imprese italiane sono costrette a competere con la concorrenza sleale delle produzioni cinesi, che sono scadenti ed economiche perché prodotte in assenza di diritti dei lavoratori e senza tutele per la loro salute e sicurezza;

tale competizione sleale induce le aziende italiane ad osservare ritmi produttivi veloci e pesanti che finiscono col penalizzare la sicurezza;

Ritenuto che:

per intervenire efficacemente per garantire la sicurezza del lavoro occorre:

– fermare la concorrenza sleale cinese adottando in Italia una politica economica e fiscale che panlizzi i prodotti cinesi e valorizzi il Made in Italy e il lavoro italiano;

-potenziare e riorganizzare il sistema dei controlli e della formazione per la sicurezza del lavoro.

 Alla luce di quanto sopra, si impegna il Governo per quanto segue: 

-applicare la politica dei dazi sui prodotti cinesi con un incremento della tassazione del 50% sulle importazioni per disincentivare la loro produzione e il loro consumo;

-intensificare i controlli sulle attività imprenditoriali e commerciali cinesi al fine di prevenire i cambi repentini di intestazione societaria che consentono alle attività economiche cinesi di evadere il fisco italiano e di non rispettare le norme contrattuali e quelle relative alla sicurezza sul lavoro;

-intervenire sui sistemi dei controlli per la sicurezza del lavoro potenziando la dotazione organica e i mezzi a disposizione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro;

-attivare un maxi concorso nazionale per l’assunzione di 30.000 Ispettori del Lavoro con procedure semplificate e veloci;

-ottimizzare il coordinamento dei diversi soggetti deputati ai controlli e, specificamente, degli Ispettori del lavoro e dei funzionari dei Dipartimenti prevenzione delle Asl;

-istituire un nuovo corso di laurea triennale dedicato alla “Sicurezza sul lavoro” ed un Albo Nazionale degli “Esperti della Sicurezza sul Lavoro”;

– istituire un’Agenzia Nazionale per la Formazione sulla Sicurezza del Lavoro per elevare la qualità e la selettività delle attività di formazione in materia di sicurezza sul lavoro;

-prevedere la defiscalizzazione degli investimenti delle imprese per la formazione sulla sicurezza sul lavoro.

-escludere dall’accesso a contributi pubblici le aziende che non rispettano le norme della sicurezza sul lavoro;

-istituire il Marchio della sicurezza di qualità per le imprese che applicano le norme sulla sicurezza del lavoro;