RONGHI (CNAL): CORONAVIRUS, PER LA CIG I SINDACATI SIANO CORRETTI
Giorgia Meloni ha ragione
Napoli, 27 marzo 2020 – “Ha ragione Giorgia Meloni per la critica mossa ai sindacati nell’iter dell’esame congiunto per la CIG. Alcuni pseudo sindacalisti non si comporterebbero bene. Esigerebbero contributi immotivati dalle imprese e dai professionisti“.
E’ quanto afferma il Segretario Generale di Cnal, Salvatore Ronghi.
“L’intermediazione dei sindacati, per la cig in deroga ma anche per gli altri ammortizzatori sociali, deve essere svolta senza ulteriore costo per le imprese e per i lavoratori” – sottolinea Ronghi – per il quale “è grave che possano esserci dei pseudo sindacalisti che chiederebbero tra i cinquecento e i mille euro per l’“assistenza contrattuale” per concordare le procedure”.
“Bisogna dire la verità – continua il Segretario Generale di Cnal – : questo succede anche nei periodi ordinari tanto che basta scorrere gli elenchi dei tanti pseudo sindacalisti che sono stati arrestati e denunciati per reati connessi alla sottoscrizione di accordi sulla cassa integrazione o sulle indennità di disoccupazione. Se essi sfuggono al controllo dell’Organizzazione di appartenenza, allora esiste un problema dell’intero “sistema sindacale” ”.
“La Segretaria del Cnal, che ha sottoscritto accordi sulla CIG in varie Regioni, non solo offre l’assistenza assolutamente gratuita, ma non chiede neppure 36 mesi di iscrizione al sindacato, con tanto di arretrati, come taluni pare facciano. Inoltre, abbiamo chiesto ai sindacati confederali e alle associazioni datoriali di utilizzare i fondi degli Enti Bilaterali per compensare la perdita del 20% della retribuzione che ricade sul lavoratore. Ma a questa nostra proposta non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Anche su questi ultimi Enti, va fatta chiarezza sui modelli formativi che mettono in campo e per capire se le risorse che gestiscono sono indirizzate al welfare aziendale o al “welfare” di pochi” – spiega Ronghi, che conclude: “bisogna pure ammettere che, fino ad ora, anche la politica ha consentito tutto ciò e allora è necessario un patto etico, da assumere fin da oggi e da concretizzarsi quanto l’Italia uscirà dal tunnel del coronavirus, per ricostruire, tra l’altro, il ruolo dei sindacati che dovrà essere improntato a maggiore trasparenza e socialità nell’esclusivo interesse dei lavoratori e dell’Italia – conclude Ronghi – per il quale “in tale ottica si pone anche l’attuazione degli artt. 39 e 46 della Costituzione per la trasparenza e per la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese”.