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La rimozione dei tetti di spesa, fissati nel 2011, la costituzione dell’Azienda per l’Emergenza e l’istituzione dell’Agenzia Regionale Sanitaria della Campania

La rimozione dei tetti di spesa, fissati nel 2011, la costituzione dell’Azienda per l’Emergenza e l’istituzione dell’Agenzia Regionale Sanitaria della Campania:

sono le proposte emerse dalla conferenza stampa, tenuta, ieri, dalla consigliera regionale Indipendente Maria Muscarà e dal presidente del movimento politico “Sud Protagonista”, Salvatore Ronghi, e dal presidente di “Federlab Campania”, Vincenzo D’Anna, nella Sede del Consiglio Regionale della Campania.
“Il problema della sanità in Campania non si risolve con qualche miliardo in più ma occorre una totale riorganizzazione – ha sottolineato Ronghi – che inizia dalla emergenza. Proponiamo la costituzione di una unica Aziende Ospedaliera dell’Emergenza costituita dal San Giovanni Bosco, dal Loreto Mare, dal Vecchio Pellegrini, dal San Paolo, dal Cardarelli e dall’Ospedale del Mare. Garantire un contratto integrativo aggiuntivo per tutti gli operatori, medici e paramedici, addetti ai Pronto Soccorsi. Inoltre – ha evidenziato il Presidente di “Sud Protagonista” – occorre che si ricostituisca l’Agenzia regionale per la sanità, l’ex Arsan, impropriamente cancellata, per concentrare su di essa la programmazione del sistema sanitario campano e la verifica delle prestazioni e dei relativi dati”. “Il Policlinico, – ha continuato Ronghi – in cui ho scoperto grandi eccellenze, potrebbe diventare pronto soccorso ma necessitano le risorse finanziarie . Il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, lo ha proposto tre anni fa ma senza investire un euro. De Luca, quindi, la smetta di giocare sulla Sanità perché giocare sulla Sanità, significa giocare sulla pelle delle persone. Il Governatore ha il dovere di fare la sua parte. Cosa che fino ad oggi, non ha fatto”.
Sul tema dei tempi di attesa per le visite nella Sanità pubblica, si è soffermata la consigliera Maria Muscarà: “Ho presentato numerose interrogazioni sui temi delle liste di attesa, dei tetti mensili di spesa per le strutture private accreditate e della rete
dell’emergenza-urgenza dalle quali emerge un rapporto estremamente sbilanciato tra le prestazioni svolte nel pubblico e quelle svolte nel privato accreditato ed in intramoenia a
favore di queste ultime, sia per quanto riguarda le visite mediche che gli esami diagnostici. In particolare – ha aggiunto
Muscarà – dalle interrogazioni risulta che, in un anno, sono state effettuate 458 tac nel pubblico a fronte di ben 8692 nel privato accreditato; inoltre ho notato che i dati vengono raccolti in maniera disomogenea tanto da consentire una reale valutazione delle liste di attesa, rilievo che è anche alla base dei rilievi della Corte dei Conti in materia”. Chi può pagare, paga. Chi non può farlo, muore o si ammala. La lista d’attesa qui in Campania è una lista pre-morte e la situazione è molto drammatica. I tempi di attesa sono lunghissimi. Sono quelli che la gente denuncia e che noi stessi, quando andiamo a fare gli esami, verifichiamo: 2/3 mesi, un anno. Chi può aspettare, aspetta”.
“In Campania c’è un’ampia rete dei privati accreditati grazie alla quale la nostra regione ha evitato la paralisi” – ha
sottolineato D’Anna – , per il quale “il problema di fondo della sanità campana è l’inutile dicotomia tra pubblico e privato e il confondere la ‘pubblicità’ della sanità con la statalizzazione della sua gestione. Inoltre – ha proseguito il Presidente di “Federlab” Campania – la programmazione delle risorse economiche per le prestazioni del privato accreditato viene determinata
sulla base di valori economici mentre occorrerebbe una programmazione basata sul fabbisogno delle prestazioni. In tale contesto, l’inserimento dei tetti mensili di spesa ha solo frammentato la problematica su dodici mesi ma non l’ha risolta”.

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