INTERVISTA AL NOSTRO DIRETTORE
Salvatore Ronghi nato a Napoli, dove vive, ha dedicato la propria vita, prima come sindacalista e poi come politico, alle problematiche meridionali. L’identità territoriale, il lavoro, lo sviluppo economico e sociale sono stati i temi che lo hanno visto protagonista prima nella CISNAL, poi Ugl, e, poi, in Alleanza Nazionale.
A seguito dello scioglimento di AN, non aderì al costituente Popolo della Libertà ma preferì sostenere Movimenti territoriali meridionali fino alla costituzione di “Sud Protagonista”.
Da anni si batte per far riconoscere al Sud la “fiscalità di vantaggio” per attrarre capitali privati finalizzati alla nascita di nuove aziende, particolarmente manifatturiere, per creare lavoro stabile e di qualità, e per elevare al 50% la percentuale degli investimenti pubblici finalizzati alle grandi opere infrastrutturali nel Sud.
D) Come possiamo far comprendere ai nostri elettori che la tua provenienza ideologica, non ha difficoltà a unire questo tuo tragitto politico con il progetto di Sud Protagonista, raccontaci la tua visione di destra del meridionalismo?
R) intanto l’approccio alla Questione Meridionale. Il centro sinistra, sopratutto il M5S, sono per le politiche assistenziali e di subordinazione alle scelte romane. Io invece sono contro l’assistenzialismo e a favore dello sviluppo reale e sostenibile iniziando con la rivendicazione delle opere infrastrutturali. Sono per la valorizzazione delle nostre eccellenze e della nostra tipicità che poi significa storia e cultura, quindi Idendità Meridionale per recuperare ciò che ci hanno tolto in questi anni. Considerando poi che il Sud è in piena recessione, siamo a -0,2% di crescita, serve un Piano Straordinario Meridionale. Questo non si può fare con un nuovo partito del Sud, perche il tempo è poco, ma bisogna trovare le giuste alleanze e noi l’abbiamo trovata con Giorgia Meloni che potrebbe trainare l’intero cdx su questa sfida.
D) La tua adesione con Mpa, esperienza per te positiva ? Un percorso che rifaresti?
R) Io ci credevo poi solo dopo qualche anno si è rilevato il solito orticello per pochi interessati alle proprie poltrone ma non alla “Questione Meridionale”. Io credo che non è più tempo di esperimenti ma del fare . Due milioni di Meridionali dei quali il 50% al disotto dei 35 anni , in questi ultimi anni, hanno abbandonato la nostra terra per cercare futuro al Nord e nel mondo e vengono sostituiti da extracomunitari. A questo si aggiunga che nel Sud non si fanno più figli e allora bisogna invertire subito questa tendenza per non perdere definitivamente la nostra Idendità consapevoli che lo sviluppo del Sud serve per la crescita dell’Italia.
D) Oggi il mondo meridionalista si sta affidando a uomini come Pino Aprile, che è espressione di chiara matrice progressista, il tuo meridionalismo invece parte da Angelo Manna, che è di tutt’altra estrazione, come combaciare le due cose?
R) Le due cose non combaciano perché il progetto dell’amico Pino Aprile nasce dichiaratamente contro la parte politica dei “sovranisti”, rappresentata da Salvini e Meloni, che, con la loro politica per gli Italiani, stanno aggregando consensi in maniera crescente e rappresentano la maggioranza in Italia. Credo che, per rendere il Sud protagonista, non si possa partire da un progetto “contro qualcuno o contro qualcosa”, ma da un progetto costruttivo ed aperto a dialogare e a fare sinergia con le forze politiche che, oggi, esprimono fortemente il sentimento e la volontà popolare. Chi aveva il carisma, i contenuti e la giusta cultura ed onestà per creare il Partito del Sud era Angelo Manna, l’unico meridionale che, al Parlamento, non ha rinnegato nè le proprie origini nè le proprie idee. Angelo tentò, negli anni ’90, di dar vita al “Fronte del Sud”, ma i litigi iniziarono ancor prima di partire. Noi meridionali siamo troppo individualisti, amiamo lamentarci del fatto che siamo mal rappresentati ma troviamo mille motivi per non fare “squadra” e, invece di sforzarci di trovare la soluzione alla questione Sud, cerchiamo il “nemico” da criticare perché è più facile polemizzare che costruire.
D) Il futuro di Salvatore Ronghi, i propositi, le speranze?
R) Più che al mio io sono interessato al futuro nei nostri figli, dei nostri giovani . Lo dicevo prima, non abbiamo più tempo è ora di passare all’azione se vogliamo salvare il nostro Popolo, la nostra idendità e la scommessa si gioca sulle elezioni Regionali . Tra il 2016 e il 2017 devo dare atto al Presidente De Luca di aver compreso la gravità della situazione del Sud e tentò di creare una sorte di fronte Meridionale con gli altri Presidenti delle regioni, tutti di centrosinistra, dopo due anni si arrese criticando fortemente il PD di non averlo sostenuto in questo intendo. Nel 2018 i Meridionali, abbandonando il PD, si sono rivolti al M5S e a meno di un anno di governo si stanno già allontanando per aver preso atto del fallimento di questo Movimento. Ora tanti Meridionali, vedi anche la Calabria, stanno guardando al Centrodestra e finanche a Salvini ed è quanto dire. Io credo che ci sono tutte le prospettive per ribaltare la guida delle attuale Regioni Meridionali, auspicando che arrivi anche quella ventata di rinnovamento nelle figure dei candidati Presidenti per rilanciare una nuova stagione politica all’insegna del “cresce il Sud, cresce l’Italia” e per questo auspicio Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia sono i più attrezzati . Facciamo poi in modo che nelle Regioni siedano donne e uomini legati alla nostra terra e che rispondano al nostro Popolo e non ai partiti romani. Io sarò in campo per questo.
La Redazione