LA RIFORMA CARTABIA: UN PANNICELLO CALDO SUL “TITANIC” DELLA GIUSTIZIA ITALIANA. MARTEDÌ 27 LUGLIO ALLE ORE 19 DIRETTA SU QUESTA PAGINA.
Il Governo porrà la fiducia sulla riforma della Giustizia firmata dalla Ministra Marta Cartabia. La prima prova di “debolezza” dell’esecutivo guidato da Mario Draghi, costretto a fare i conti con le tensioni provocate dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega sul provvedimento che, come indicato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrebbe ridurre del 25% i temi del processo penale e del 40% quelli del processo civile. Il problema è che la riforma Cartabia non riduce i tempi dei processi, ma semplicemente li elimina! Come denunciato da autorevoli magistrati, da Cafiero De Raho a Gratteri, con la tagliola della improcedibilità che scatta in Appello, se il processo non si conclude entro due anni, e in Cassazione, entro un anno, verrebbero cancellati 1500 processi tra i quali quelli per mafia. Quindi, per accontentare gli alleati pentastellati, la prescrizione si bloccherebbe fino al completamento del primo grado di giudizio, poi in secondo e terzo grado, scatta la improcedibilità. Altri punti della riforma creano problemi come quello relativo all’esercizio dell’azione penale che resta obbligatoria ma le priorità verranno indicate dal Parlamento ledendo il principio costituzionale dell’indipendenza della magistratura. E, ancora: il ricorso alla cosiddetta giustizia riparatoria: la reclusione si applicherà solo per reati gravi, per gli altri reati l’imputato potrà fin dal processo chiedere l’applicazione di misure alternative al carcere. Insomma, sarà una “pacchia” per ladri e truffatori! La riforma, che l’Italia dovrà approvare entro il 26 luglio, riguarda, dunque, solo il processo penale e quasi nulla per quanto riguarda il processo civile, il “buco nero” nel quale sprofonda quasi sempre l’istanza di giustizia degli italiani. Un esempio per tutti: la durata dei processi di civili alla Corte di Appello di Napoli ha una media di cinque anni. Su questo tema, la riforma fa riferimento alla necessaria informatizzazione e all’assunzione di nuovo personale, mentre nulla è previsto per quanto riguarda la semplificazione e l’alleggerimento del procedimento giudiziario. Unica soluzione il ricorso obbligatorio all’arbitrato e alla mediazione civile, con la conseguenza di costringere i cittadini a sopportare altre spese, oltre a quelle dell’avvocato, e di doversi “accontentare” di una giustizia di “serie B”.
Di questi argomenti parleremo martedì 27 luglio 2021 alle ore 19,00 in diretta sul canale you tube e sulle pagine facebook mia e di “Nuove Socialità” con Francesco Caia, componente del Consiglio Nazionale Forense, Sergio Cola, avvocato penalista, Daniele Perna, avvocato amministrativista, Giuseppe Fontanarosa, giuslavorista, l’on. Andrea Del Mastro Delle Vedove, Responsabile del Dipartimento Giustizia di Fratelli d’Italia. Vi aspettiamo!
Gabriella Peluso