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LA RINASCITA DI PALAZZO FUGA, CULTURA E ARTIGIANATO. COMPLIMENTI AL MINISTRO CARFAGNA PER L’IMPEGNO.

Giovedì 1 luglio, il Ministro per il Sud Mara Carfagna ha “consultato” i napoletani per conoscere le idee sul futuro di Palazzo Fuga sito in  Piazza Carlo III a Napoli. Intanto esprimiamo il nostro apprezzamento per la iniziativa ma anche per le tante battaglie per il Sud, finora mai viste. In pochi mesi ha fatto più cose lei che gli ultimi cinque ministri con delega al Sud. Vedi complimenti. Anche noi abbiamo espresso la nostra idea sullo storico “serraglio”.  Il Real Albergo dei Poveri o Palazzo Fuga è il maggiore  palazzo monumentale di Napoli             ed una delle più grandi costruzioni settecentesche d’Europa. Il nome si deve all’architetto  Ferdinando Fuga che, nel 1749, fu chiamato a Napoli, nell’ambito del programma di rinnovamento edilizio del nuovo re Carlo III di Borbone, con l’incarico di progettare il gigantesco Albergo dei Poveri rivolto ad accogliere le masse di poveri del Regno. L’idea proposta è quella di farne un polo attrattivo della cultura napoletana. Facendolo divenire sede del Museo della storia, della cultura, della civiltà di Napoli.  In tale ottica, l’ipotesi è di dedicarne gli spazi a “Biblioteca della storia di Napoli”, aperta al pubblico e, particolarmente, agli studenti scolastici ed universitari. Tale Biblioteca diventerebbe anche la location di eventi culturali dedicati alla storia di Napoli.  Inoltre, si propone di realizzare il “Museo della musica e della canzone classica napoletana” ed anche come spazi aperti al pubblico amanti della musica classica napoletana, destinati agli artisti del settore e ai giovani cantanti e musicisti. Altri spazi di Palazzo Fuga potranno essere dedicati alla “Cittadella delle Arti e dei Mestieri Tradizionali”, attraverso intesa tra Istituti tecnici professionali e gli artigiani locali per una vera scuola, che prevede anche l’esposizione dei prodotti tipici dell’artigianato locale e per dare sede alle attività di apprendistato giovanile. Si propone, altresì, di incentivare all’utilizzo degli strumenti finanziari vigenti, come “Resta al Sud” e “Garanzia Giovani” per “accompagnare” i giovani verso la creazione di imprese in proprio nel settore dell’artigianato tradizionale.
La Redazione