MARESCA: L’ERGASTOLO OSTATIVO ERA ED E’ L’ARCHITRAVE DELLA LEGISLAZIONE ANTIMAFIA ITALIANA
L’idea sull’ergastolo ostativo del Magistrato Catello Maresca: “L’ergastolo ostativo era ed è l’architrave della legislazione antimafia italiana. Quanto stabilito dalla Corte Costituzionale non deve agevolare alcun colpo di spugna su norme che hanno consentito finora di contrastare in maniera efficace il fenomeno mafioso nel nostro Paese.
Le questioni di legittimità accolte dalla Corte di Cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell’ergastolo per reati di mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia meritano una risposta adeguata e veloce del Legislatore.
Bisogna tenere in considerazione certamente la sensibilità espressa dalla Consulta, ma non si può dimenticare che la eradicazione del cancro mafioso dal nostro Paese è una priorità assoluta per il futuro dei nostri figli. Vanno studiati percorsi tecnici e norme che devono inserirsi senza far danni nell’attuale sistema di norme di contrasto alla criminalità organizzata. Norme che sono state scritte col sangue di centinaia di imprenditori, poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati, cittadini comuni, uccisi perché non hanno mai piegato la schiena davanti ai mafiosi. Non più automatismo tra la mancata collaborazione e l’ergastolo ostativo, ma percorsi seri di analisi e vaglio della pericolosità dei detenuti. Sicurezza pubblica e rieducazione sono valori che possono anzi devono coesistere”.
Bisogna tenere in considerazione certamente la sensibilità espressa dalla Consulta, ma non si può dimenticare che la eradicazione del cancro mafioso dal nostro Paese è una priorità assoluta per il futuro dei nostri figli. Vanno studiati percorsi tecnici e norme che devono inserirsi senza far danni nell’attuale sistema di norme di contrasto alla criminalità organizzata. Norme che sono state scritte col sangue di centinaia di imprenditori, poliziotti, carabinieri, finanzieri, magistrati, cittadini comuni, uccisi perché non hanno mai piegato la schiena davanti ai mafiosi. Non più automatismo tra la mancata collaborazione e l’ergastolo ostativo, ma percorsi seri di analisi e vaglio della pericolosità dei detenuti. Sicurezza pubblica e rieducazione sono valori che possono anzi devono coesistere”.
La Redazione