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CAMPANIA: IL FALLIMENTO DELLA RIFORMA DELLE “AUTORITA’ PORTUALI”

Sono trascorsi 3 anni dalla riforma della legge 84/94 sugli accorpamenti delle autorità portuali che ha portato sotto una unica regia la conduzione dei porti di Napoli e Castellamare di Stabia con Salerno.Nelle altre regioni gli accorpamenti hanno registrato risultati positivi con una diminuzione dei costi fissi e con investimenti armonizzati per i porti aggregati. Diversa è la posizione dei porti di Napoli,Salerno e Stabia dove ad una guida inefficiente si è aggiunto un comitato di gestione incapace non solo di promuovere nuovi progetti ma anche dal portare a termine quelli cantierati e finanziati dalla regione e dalla comunità europea per i quali il rischio di restituzione dei fondi è concreto. I tre porti campani rappresentano l’industria più importante della regione se non dell’intero meridione nei settori della logistica e del turismo. Settori questi sempre più in via di sviluppo e sempre più oggetto di concorrenza di altri porti italiani ed europei. In particolare per Napoli si lamenta la mancata costruzione della darsena di levante,progetto finanziato, cantierato ma non terminato. Quest’opera consentirebbe l’approdo di navi porta containers di ultima generazione,sempre più grandi aumentando il raggio di azione del porto anche ad altre regioni.Il mancato dragaggio,opera finanziata,rischia di insabbiare il porto all’altezza dei terminal merci. Nel settore passeggeri si parla e si scrive solo della riqualificazione del molo Beverello come della costruzione o della trasformazione di moli non operativi in moli ricettivi per l’approdo di ulteriori navi da crociera la cui domanda è in crescente aumento a livello nazionale. Stesse problematiche a Castellammare di Stabia ridotto a mero porto per piccole imbarcazioni con l’eccezione di Marina di Stabia la cui gestione non ricade in quella dell’Autorità di sistema del medio Tirreno. A Salerno,invece,aspettiamo da anni il completamento delle gallerie che dall’autostrada porterebbero direttamente al porto evitando il transito sul famoso viadotto Alfonso Gatto sempre più a rischio. Queste sono le opere più importanti da terminare ma ricordiamo anche quelle da progettare e cantierare come ad esempio l’elettrificazione delle banchine che consentirebbero alle navi in sosta di spegnere i motori o la creazione di una rete ferroviaria collegata a quella nazionale.  Per tutto questo,la regione Campania ha delle colpe gravissime a cominciare dalla politicamente  infelice proposta di nomina del presidente a quella della mancata vigilanza sulla gestione.

Fabrizio Bouchè  e Giovanni Smimmero