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UN MODELLO DI SVILUPPO IDENTITARIO PER IL SUD

Un modello di sviluppo basato sull’identità del Mezzogiorno deve puntare sull’agroalimentare, sul turismo, sulla logistica e un’industrializzazione non subalterna al Nord. La cultura e l’identità meridionale non debbono più essere violentati da una logica coloniale imposta dall’Europa. Per l’agroalimentare, l’ambiente e il turismo è necessaria una nuova programmazione del territorio che rilanci l’imprenditoria agricola, affidando i terreni a chi li valorizza realmente, difenda il paesaggio, combatta la speculazione edilizia e l’inquinamento ambientale.  Contemporaneamente occorre delineare una strategia di sviluppo industriale che concentri al Sud almeno tre poli strategici: il polo aerospaziale, quello marittimo e ferroviario, quello della ricerca. Ad oggi il Polo Aerospaziale si sostiene su alcune eccellenze in Campania e in Puglia e sussistono le potenzialità di rafforzare tali eccellenze coinvolgendo anche la Calabria e il Lazio. Il Sud è la porta del Mediterraneo e deve essere area centrale per l’interscambio tra l’Europa e i Paesi del Nord-Africa e del Medioriente. Intorno alla centralità del porto di Gioia Tauro si può dar vita ad una rete della portualità interconnessa attraverso gli interporti per il trasferimento delle merci su ferro per ridurre costi e inquinamento. Da qui l’esigenza di un polo ferroviario per garantire la produzione e la manutenzione delle infrastrutture ferroviarie e lo sviluppo della rete ferroviaria in tutto il Sud. Per restare nell’ambito del polo marittimo, va aggiunto il rilancio della cantieristica navale. Già nel lontano 1783 a Castellammare di Stabia esisteva la più grande industria di cantieristica navale di tutto il Mediterraneo che occupava ben 2006 unità lavorative; abbiamo dovuto aspettare la Fincantieri per assistere alla penalizzazione delle aziende in Sicilia e al pesante ridimensionamento di Castellammare. Oggi, anche grazie al grande mercato delle compagnie di navigazione crocieristica, la cantieristica può e deve essere rilanciata.  La ricerca è un altro polo che ha già forti eccellenze nel Sud, che però non fanno sistema. Non è un caso che i maggiori ricercatori che lavorano nei paesi più avanzati provengano dal Sud Italia dove la formazione, anche quella post universitaria, è spesso di alto livello. Per questo bisogna investire sul sistema scolastico e universitario, creando dei poli di ricerca e di innovazione in grado di utilizzare “cervelli” non più costretti ad emigrare dalla propria terra.  

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