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Sanità in Italia: anno zero.

Il SSN crolla sotto i colpi della seconda ondata del COVID 19: una marea inarrestabile che ha travolto tutte le regioni italiane, anche le più virtuose, dopo la “pausa” estiva. Il Governo corre ai ripari, dopo mesi spesi inutilmente a godersi gli elogi sul “modello” italiano, dimostrando alla fine insipienza ed incapacità a prevenire quanto sta accadendo in queste ore. La pandemia ha scoperchiato il vaso di Pandora delle debolezze di un sistema sanitario gestito dalle Regioniche già manifestava tutti i suoi limiti nelle differenze assai marcate tra l’una e l’altra. Piuttosto che capire cosa non ha funzionato sarebbe più facile capire cosa ha funzionato: nulla. Gli interventi sulla sanità sono stati fati a macchia di leopardo, senza garantire in alcun modo, sebbene ce ne fosse l’opportunità e il tempo, di superare il regionalismo e andare verso un sistema nazionale capace di rispondere allo stesso modo all’emergenza in atto da Nord a Sud del Paese. 

Ebbene gli effetti sono sotto gli occhi di tutti: di fatto le Regioni sono diventate dei “centri di spesa”, spesso “sfuggita” di mano, creando buchi enormi di carattere economico prima e assistenziale poi; le Aziende hanno usato la loro autonomia per creare sacche di disuguaglianza sanitaria in tutto il Paese, creando un divario tra le regioni che oggi appare tanto tragico quanto incolmabile. il Governo laddove è intervenuto, commissariando e sciogliendo aziende per infiltrazioni o per gravi irregolarità, non solo non è riuscito ad incidere realmente sui problemi riscontrati ma spesso, come nel caso emblematico della Calabria, ha creato più danni, operando tagli lineari senza tenere in considerazione la realtà in cui si trovavano ad operare i suoi rappresentanti.

A questo punto riteniamo sia necessario un passo indietro, occorre cioè tornare ad un sistema sanitario che sia davvero nazionale, centralizzando la spesa in modo da tenerla sotto controllo e da poterla razionalizzare in virtù delle esigenze di tutto il paese. Bisogna ripartire dal disastro attuale, utilizzare al meglio i fondi europei disponibili, superando gli sbarramenti ideologici in nome del sacrosanto diritto (perché sancito dalla nostra costituzione) alla salute di tutti i cittadini italiani.

 

Responsabile CNAL/ SANITÀ 

GIUSEPPE MARTORANO