Nuove Socialità
Sindacato

Sanità nel Sud: Peluso, Martelli, Papaccioli, Masala, Santagata, Saggiomo, De Santis, Marino e Ronghi

“Rilanciare il sistema sanitario nazionale, attraverso maggiori investimenti di risorse economiche ed umane, valorizzare anche retributivamente i medici e gli infermieri ed assumere altro personale sanitario, investire sulla ricerca e costituire una task force nazionale permanente per le emergenze biologiche, costruire la rete della medicina territoriale e valorizzare il ruolo dei medici di base , attuare il fascicolo sanitario elettronico: sono tra le proposte emerse dalla videoconferenza, promossa dalla dirigente nazionale di FdI per lo sviluppo del Sud, Gabriella Peluso, con la partecipazione di medici, infermieri, operatori sanitari, esponenti sindacali e politici delle Regioni del centrosud.

Hanno relazionato, tra gli altri, per il Lazio Massimo Martelli, per la Calabria Sergio Marino, per la Campania Pippo Papaccioli; i Dirigenti medici, Daniele Masala,  Rosaria Santagata, , Giovanni Saggiomo, il Segretario del sindacato infermieri Nursing Up Mario De Santis e il Segretario Generale CNAL Salvatore Ronghi.

“Fino a prima dell’emergenza coronavirus, il sistema sanitario nazionale veniva visto quasi come una spesa eccessiva da ridurre ed infatti la politica condotta dal Ministero delle Finanze ha costretto le Regioni a tagli selvaggi della rete ospedaliera e del personale medico che hanno penalizzato soprattutto le Regioni del Sud mentre nelle Regioni del Nord l’attenzione della politica si è spostata sul potenziamento della sanità accreditata – ha detto Peluso -; la pandemia ha cambiato totalmente lo scenario evidenziando che il vero grande patrimonio dell’Italia è il sistema sanitario nazionale e l’eccellenza dei propri medici ed infermieri e questa svolta culturale, che, da sempre, come destra, sosteniamo, deve essere la stella polare che deve guidare la politica di governo sul tema della sanità. In tale ottica – ha concluso l’esponente del partito di Giorgia Meloni – bisogna aprire una seria riflessione sulla eventualità di modificare il Titolo V della Costituzione per   porre fine ai tanti sistemi sanitari regionali che hanno contribuito ad aumentare il divario tra nord e sud e a dividere l’Italia dal punto di vista dei diritti primari, come quello alla salute e all’istruzione, e sul piano sociale ed economico”.